Per essere, saper stare nel qui ed ora
A cura di Alfredo Spalletta
Distanziamento sociale e quarantena da coronavirus ci hanno costretto a casa per lungo tempo. Niente più code in fila in macchina, spostamenti continui da un luogo all’altro, shopping compulsivo, resse nei locali o negli stadi. Quindi perfetto, niente più stress ma solo pace, relax, serenità.
E’ veramente così o paradossalmente siamo ancora più esposti agli stressor amplificati dai media che come un sottofondo continuo ci ricordano il dramma attuale e gli scenari apocalittici futuri? In sintesi siamo sempre nelle logiche di attacco e fuga anche dentro casa ?
Il primo passo per rompere il circolo vizioso della reattività allo stress è diventare consapevole di quello che ci succede esattamente nel momento in cui sta succedendo.
Io so stare per essere ma per essere dobbiamo saper stare, saper approfittare di questo momento drammatico per certi aspetti, doloroso, difficile, per ritornare a noi stessi, al nostro centro, in sosta.
Saper stare quindi è essere consapevoli, qui ed ora, momento per momento, perchè quando portiamo consapevolezza stiamo cambiando la situazione prima ancora di agire, in una frazione di secondo che fa tutta la differenza del mondo. E’ il fattore che determina se stiamo reagendo o rispondendo allo stress.
Sostare significa quindi dedicare del tempo a noi stessi per recuperare delle cose che la quotidianità non ci permetteva, in primis direi il silenzio, la lettura, l’introspezione, l’ascolto attivo. Ma il modo migliore per allenare la consapevolezza, che è come un muscolo che va esercitato quotidianamente, è praticare una qualche forma di meditazione che ci permetta di stare nel qui ed ora, con una attenzione focalizzata, sostenuta e senza giudizio. Non solo per ridurre lo stress ma soprattutto per la nostra salute e per attivare la neuroplasticità cerebrale che ci conserva giovani a dispetto degli anni che passano.